NOME
blackbox − un gestore di finestre per X11
SINTASSI
blackbox
−help | −version
blackbox [ −rc rcfile ] [ −display
display ]
DESCRIZIONE
Blackbox è uno dei tanti gestori di finestre per l’X Window System dell’Open Group, Versione 11 Release 6 e successive. È scritto in C++ e il suo codice sorgente non è ereditato da altri gestori di finestre (anche se l’implementazione grafica è simile a quella di Window Maker).
Da quando è stata scritta la prima linea di codice, Blackbox si è evoluto attorno ad una sola prerogativa, il minimalismo: non vuole essere grazioso alla vista, né iperaccessoriato o il più raffinato per conformarsi per esempio alla famosa ed acclamata interfaccia Next. Blackbox è semplicemente veloce.
Blackbox fornisce decorazioni delle finestre configurabili, un menù «root» (da cui lanciare le varie applicazioni), la barra degli strumenti che mostra il nome dello spazio di lavoro corrente, il nome dell’applicazione focalizzata e l’ora corrente. È presente anche un menù dello spazio di lavoro (workspace) per aggiungere o rimuovere gli spazi di lavoro. Lo «slit» può essere usato per «agganciare» piccole applicazioni (ad esempio si può usare con la maggior parte dei bbtools)
Blackbox è caratterizzato da gestione particolare delle icone: quando una finestra viene minimizzata non appare nessuna icona; tutte le finestre minimizzate delle applicazioni si possono vedere nel sottomenù «Icons» dello spazio di lavoro. In questo modo il Desktop non sarà mai ingombro di icone. Un’alternativa alle icone è fornita dall’«arrotolare» le finestre: basta un doppio click sulla barra del titolo di una finestra per farla scomparire (resterà visibile solo la barra del titolo).
Blackbox utilizza classi grafiche proprie, scritte appositamente per effettuare rapidamente il rendering delle immagini. Attraverso l’uso dei «file di stile» è possibile determinare con grande precisione l’aspetto del proprio desktop. Attualmente, Blackbox utilizza protocolli propri per comunicare con gli altri programmi client, come per esempio il pager. È in fase di sviluppo il lavoro per supportare le nuove specifiche utilizzate sia da GNOME che da KDE.
OPZIONI
Blackbox supporta le seguenti opzioni da riga di comando:
−help |
Mostra le opzioni per la riga di comando e le caratteristiche disponibili, poi esce. |
−version
Mostra la versione ed esce.
−rc filerc
Usa un file rc diverso da quello di default ~/.blackboxrc.
−display display
Avvia Blackbox nel display specificato. I programmi avviati con Blackbox avranno la variabile DISPLAY impostata sul nuovo valore.
AVVIARE BLACKBOX
Usualmente, il programma viene avviato da uno script di avvio dell’utente, chiamato di solito ~/.xinitrc. Per avviare blackbox, bisogna modificare lo script aggiungendo
exec blackbox
come ultimo comando eseguibile dello script. In questo caso, la conclusione di Blackbox conclude anche la sessione di X.
All’avvio, Blackbox tenterà di cercare un file di menù di default in /etc/X11/blackbox/blackbox-menu. Con questo file si fornisce un menu standard per gli utenti.
Quando si esce o si riavvia, Blackbox salverà le impostazioni dell’utente nel file ~/.blackboxrc nella directory dell’utente in home. Alcune risorse in questo file possono essere modificate a mano.
USARE BLACKBOX
Dalla versione 0.60.x, Blackbox non gestisce più la tastiera in modo autonomo; questo compito è invece demandato a un programma esterno: bbkeys(1). Perciò in questa sezione si parlerà solamente di tutti i comandi del mouse.
Finestra
principale o root (fondale):
Un click con il tasto destro del mouse (3° tasto) mostra
il menù con cui poter lanciare le applicazioni.
Questo menù può essere anche adattato a
seconda delle proprie necessità. Per la sua
locazione, si veda sopra. Un click con il tasto centrale
(2° tasto) mostra il menù dello spazio di lavoro
(o workspace). Si possono aggiungere o rimuovere gli spazi
di lavoro, vedere le applicazioni attive in tutti i
workspace, ispezionare le applicazioni ridotte ad icona e
saltare direttamente ad altri spazi di lavoro o
applicazioni.
Facendo click con il tasto sinistro del mouse (1° tasto) su di un’applicazione si attiva il suo spazio di lavoro e le si dà il focus; un click con il tasto centrale (2° tasto) porta l’applicazione nello spazio di lavoro attivo.
Barra degli
strumenti:
La barra degli strumenti è composta da tre campi: il
nome dello spazio di lavoro, il nome della finestra che al
momento è focalizzata ed un orologio. Facendoci click
con il tasto sinistro, la barra degli strumenti viene
portata in primo piano, con il tasto centrale va in secondo
piano (a meno che non sia impostata l’opzione
AlwaysOnTop), un click con il tasto destro del mouse mostra
un piccolo menù.
Attraverso questo menù si può fornire un nome per lo spazio di lavoro corrente (appena fatto, premere INVIO). Si può anche cambiare la posizione alla barra degli strumenti, si può scegliere se tenerla sempre in primo piano (non può essere coperta (oscurata) dalle altre finestre) e se deve nascondersi automaticamente quando il mouse si allontana.
Nota: nelle versioni di Blackbox precedenti alla 0.60.0, un click con il tasto destro del mouse sulla barra degli strumenti permetteva l’immediata modifica del nome dello spazio di lavoro.
Barra del
titolo e bordi:
Per attivare una finestra basta un click con il tasto
sinistro in qualsiasi parte del bordo. Tenendo premuto il
tasto sinistro sopra la barra del titolo si può
spostare la finestra. La stessa procedura applicata lungo il
bordo in basso a sinistra o a destra permette di
ridimensionare la finestra. Un click con il tasto centrale
riduce immediatamente le dimensioni della finestra. Facendo
click con il tasto destro sul bordo della barra del titolo
appare il menu «window», che contiene questi
comandi:
Send To... (invia a)
Sposta la finestra in un altro spazio di lavoro. Quando si seleziona lo spazio di lavoro con il tasto centrale del mouse, Blackbox invierà tutto, insieme le applicazioni attive, allo spazio di lavoro selezionato.
Shade (Arrotola)
Un doppio click sulla barra del titolo di una finestra la «arrotola», così che solo la barra del titolo rimane visibile. Un altro doppio click farà riapparire la finestra con i suoi contenuti.
Iconify (Riduci a icona)
Riduce a icona la finestra. L’«icona» può essere trovata nel sottomenù «Icons» del menù dello spazio di lavoro. La finestra *NON* appare mai come icona sullo sfondo.
Maximize (Massimizza)
Massimizza la finestra (o la riporta alle dimensioni precedenti). Quando si fa click con il tasto centrale del mouse su questo comando, la finestra verrà massimizzata solo verticalmente.
Raise (Attiva)
Porta la finestra in primo piano e le assegna il focus (viene focalizzata).
Lower (Porta in secondo piano)
Porta la finestra in secondo piano e le fa perdere il focus (il comando funziona solo se ci sono altre finestre aperte).
Stick (incolla)
Incolla la finestra allo spazio di lavoro. Una finestra «incollata» ad uno spazio di lavoro verrà sempre visualizzata nello spazio di lavoro corrente.
Kill Client
Invia il segnale di kill (-SIGKILL) all’applicazione che utilizza quella finestra. Usare solo se il client non si chiude da sé.
Close (Chiude)
Chiude l’applicazione in modo regolare.
Pulsanti
della barra del titolo:
Il pulsante in alto nell’angolo a destra di una
finestra è il pulsante di minimizzazione; facendoci
click con qualsiasi tasto la finestra viene ridotta ad
icona. Il bottone più a destra (quello con la X)
chiude l’applicazione. L’altro bottone sulla
destra (se presente) massimizza la finestra in tre modi: con
il tasto sinistro (1° tasto) la finestra viene resa
grande come lo schermo, con il tasto centrale (2° tasto)
la finestra viene massimizzata solo verticalmente, con il
tasto destro (3° tasto), invece, solo
orizzontalmente.
I
menù :
Facendo click con il tasto destro (3° tasto) in un
qualsiasi menù, questo provocherà la sua
scomparsa. Facendo click (e tenendo) il tasto sinistro
(1° tasto) sulla barra del titolo di ogni
(sotto)menù e successivamente spostandola altrove
renderà i menù sempre visibili e non
scompariranno quando si selezionerà
un’applicazione da un’etichetta (item) del
menù.
Miscellanea:
Quando si vuole spostare una finestra, ma non si riesce a
vedere la barra del titolo (perché coperta da altre
finestre o fuori dallo schermo), basta tenere premuti Alt +
tasto sinistro (1° tasto) nella finestra muovendo il
mouse. Si può anche usare la combinazione di tasti
precedente affinché una finestra parzialmente
visibile venga portata in primo piano (acquisti il focus).
Infine, Alt + tasto centrale (2° tasto) riduce la
finestra, e Alt + tasto destro (3° tasto) la
ridimensiona.
FILE DI MENÙ
Un file di menù di default viene installato automaticamente in /usr/X11/blackbox/blackbox-menu. Questo menu per l’intero sistema può essere naturalmente adattato per tutti gli utenti simultaneamente. Ma è anche possibile creare un menù personale. Per convenzione si crea la directory: ~/.blackbox/ (o ~/blackbox/) all’interno della directory di ogni utente (presente nella directory /home), e vi si crea un file di menu, ad esempio menu, oppure ci si copia il file di menu dell’intero sistema. Successivamente, bisogna comunicare a Blackbox di leggere il file di menu dell’utente piuttosto che quello di default. Questo si realizza aggiungendo (o cambiando) un valore delle risorse nel file ~/.blackboxrc ,ad esempio:
session.menuFile: ~/.blackbox/menu
Affinché questo cambiamento possa avere effetto, bisogna riavviare blackbox. prima di scegliere ’Restart’ dal menù di root di default, ci si deve assicurare che il proprio menù sia usabile.
Sintassi dei
Menu
La sintassi dei menù è veramente semplice ed
immediata. Ci sono al massimo tre campi per ogni riga di
menu che hanno una struttura del tipo:
[tag] (etichetta o nome del file) {comando o nome del file}
I tag supportati sono i
seguenti:
[begin] (etichetta per il menù di root)
Questo comunica a Blackbox di iniziare a leggere il file di menu. Questo tag è necessario per Blackbox per poter leggere il proprio file di menù. Se non viene trovato, viene usato il file di menù del sistema, quello di default.
[end] |
Questo comunica a Blackbox la fine di un menù. Questo potrebbe essere sia un sottomenu che il menu principale di root Nel proprio menù, ci deve essere almeno uno di questi tag per corrispondere ogni [begin] richiesto. |
[exec] (etichetta per un comando) {comando di shell}
Inserisce un comando specifico dentro al menù. Quando la voce «etichetta per il comando» viene selezionata, Blackbox esegue il «comando di shell».
[exit] (etichetta per l’uscita)
Inserisce una voce che permette di chiudere Blackbox. Tutti gli altri programmi attivi non verranno chiusi.
[include] (nome del file)
Esamina il file specificato da ’nome del file’ e lo include nel menù. Il nome del file può essere dato con il percorso completo o può iniziare con ~/, che sarà interpretato come un link alla directory home dell’utente (ad esempio.
[include] (~/blackbox/stylesmenu)
includerebbe (nel mio caso) /home/marcello/blackbox/stylesmenu nel mio menù).
[nop] (etichetta - opzionale)
Inserisce una voce che non compie alcun comando nel menu corrente. Può essere usata per aiutare a dividere in blocchi o sezioni il menù. [nop] Accetta una etichetta, ma non è richiesta, nel caso in cui non ci fosse scritto nulla verrebbe inserito nel menù uno spazio vuoto.
[style] (etichetta) {nomefile}
Comunica a Blackbox di inserire una voce che, se fosse selezionata, leggerebbe le sue impostazioni di stile da nomefile ed applicherebbe le nuove impostazioni come la tessitura, i colori e i font nella sessione corrente.
[stylesdir] (nome della directory)
Legge tutti i nomi dei file (le directory vengono ignorate) dalla directory specificata e crea delle voci nel menù corrente per ognuno dei file di stile. Blackbox assume che ogni file è un valido file di stile. Quando le voci vengono selezionate, Blackbox applica il file di stile selezionato alla sessione corrente. Le etichette che sono create nel menù rappresentano i nomi dei file di stile.
[stylesmenu] (etichetta) {nome della directory}
Crea una voce in un sottomenù con etichetta (che è anche il titolo del nuovo sottomenù) e in questo sottomenù inserisce tutti i nomi dei file presenti nella directory specificata, allo stesso modo del comando [stylesdir].
Entrambi i comandi [stylesdir] e [stylesmenu] permettono di aggiungere file di stile senza dover modificare il proprio menù.
[submenu] (etichetta) {titolo per il menù - opzionale}
Questo comunica a Blackbox di creare e leggere un nuovo menù. Questo menù viene inserito come un sottomenù dentro un altro menù (o menù-padre). Questi menù sono inseriti ricorsivamente, quindi si possono annidare più sottomenù (non c’è un limite al numero di sottomenù annidabili). Il titolo del nuovo (sotto)menù è opzionale; se non viene fornito, sarà uguale all’etichetta. Un tag [end] è necessario per chiudere il sottomenù.
[reconfig] (etichetta)
Quando è selezionato, il comando rilegge i file di stile e di menu correnti e applica ogni relativo cambiamento. Questo è utile per creare nuovi stili e nuovi temi, evita di dover riavviare Blackbox ogni volta che viene salvato il proprio stile. Comunque, quasi per magia, Blackbox rilegge automaticamente il menu ogni volta che viene modificato.
[restart] (etichetta) {comando di shell - opzionale}
Questo comando riavvia Blackbox ed esegue un «comando di shell» (il nome di un altro gestore di finestre, di solito), se indicato. Se il comando è omesso, Blackbox riavvia se stesso.
[config] (etichetta)
Inserisce una voce di menù creata automaticamente, contenente numerose opzioni di configurazione riguardo al posizionamento delle finestre, alle modalità di focus, alle modalità di stile nel movimento delle finestre, ecc.
[workspaces] (etichetta)
Questo comunica a Blackbox di inserire il collegamento al menu dello spazio di lavoro direttamente all’interno del proprio menù. Questo è utile per gli utenti che non possono accedere direttamente al menù dello spazio di lavoro (ad esempio se non si possiede un mouse a tre tasti).
Ogni linea che comincia con «#» è considerata un commento e viene ignorata da Blackbox. Inoltre, nei campi etichette/comandi/nomifile, si possono inserire caratteri speciali in questo modo:
[exec] (\(il mio\) \{XTERM\}) {xterm -T \"mio XTERM\"}
L’uso del ’\\’ inserisce una barra rovesciata (back-slash) nei campi etichetta/comando/nomefile.
Esempio di
Menu
Ora metteremo insieme alcune delle cose precedentemente
esposte. Qui, di seguito, c’è un breve esempio
di un file di menù.
# file
menù di Blackbox
[begin] (Blackbox 0.62.1pre0)
[exec] (rxvt) {rxvt -ls}
[exec] (Mozilla) {mozilla}
[exec] (The GIMP) {gimp}
[submenu] (Window Manager)
[exec] (Modifica menu) {nedit .blackbox/Menu}
[submenu] (Stili) {Quale stile?}
[stylesdir] (~/.blackbox/styles)
[stylesmenu] (Stili di Blackbox)
{/usr/share/blackbox/styles}
[end]
[config] (Opzioni di configurazione)
[reconfig] (Riconfigura)
[restart] (Riavvia Blackbox)
[end]
[exit] (Log Out)
[end]
# fine del file di menù
STILI
Blackbox permette di usare file specializzati contenenti le risorse di X(1) per specificare colori, tessiture, font e quindi complessivamente l’aspetto dei bordi delle finestre, i menù e la barra degli strumenti.
L’installazione di default di Blackbox mette a disposizione alcuni di questi file di stile, che solitamente si trovano in /usr/share/blackbox/styles. Si possono studiare o modificare questi file per capire come funziona il meccanismo dello stile in Blackbox. Si possono usare i comandi del menu [style], [stylesdir] e [stylesmenu] nel proprio file di menù per selezionare e cambiare lo stile rapidamente attraverso quelli disponibili.
Si può anche creare una directory all’interno di quella personale in home (di solito chiamata ~/.blackbox/styles) e inserire qui i propri file di stile. Naturalmente, si può scegliere qualsiasi nome per questa directory, ma molti dei temi che si possono scaricare da Internet utilizzano la directory styles (seguendo lo «standard» di bb.themes.org).
Per capire come funziona il meccanismo dei file di stile si dovrebbe avere una minima conoscenza sul funzionamento delle risorse di X.
Le risorse del server X sono caratterizzate da una chiave (key) ed un valore. la chiave è formata da diverse chiavi più piccole (talvolta ci si riferisce a queste come «figli»), delimitate da un punto (’.’). Le chiavi possono contenere anche un asterisco (’*’) come carattere jolly, il cui significato è che una linea di testo scritto corrisponderà a diverse chiavi. Questo è molto utile per gli stili che si basano su due colori.
Blackbox permette di configurare i suoi quattro componenti principali: la barra degli strumenti, lo slit, i menu e le decorazioni delle finestre.
La piccola finestra che mostra la posizione in coordinate x-y quando si spostano le finestre prende lo stile della barra del titolo.
ecco alcuni brevi esempi:
toolbar.clock.color: green
Questo imposta il colore dell’orologio nella barra degli strumenti a «green» (verde). Un altro esempio:
menu*color: rgb:3/4/5
Imposta il colore del menù e di tutti i suoi ’figli’ a ’rgb:3/4/5’ (per una descrizione sui nomi dei colori si veda X(1)). Così questa impostazione verrà applicata anche a menu.title.color e menu.frame.color. E con
*font: -b&h-lucida-medium-r-normal-*-*-140-*
Si imposta la risorsa dei font per tutte le «chiavi» a questo nome di font una volta per tutte (per maggiori informazioni sui font installati nel proprio sistema si possono usare programmi come xfontsel(1), gtkfontsel o xlsfonts(1)).
Quello che rende spettacolare Blackbox è la sua velocità nell’effettuare il rendering di tessiture. Le descrizioni delle tessiture sono specificate in un modo simile a quelle dei colori viste precedentemente; ad esempio:
toolbar.clock: Raised Gradient Diagonal Bevel1 toolbar.clock.color: rgb:8/6/4 toolbar.clock.colorTo: rgb:4/3/2
Niente paura! Ecco spiegato il
significato: la descrizione di una tessitura è
composta al massimo da cinque campi, che sono i seguenti:
Flat / Raised / Sunken
Rende l’apparenza del componente piatta, in rilievo o concava.
Gradient / Solid
comunica a Blackbox di disegnare un colore solido oppure una tessitura con un gradiente.
Horizontal / Vertical /
Diagonal / Crossdiagonal / Pipecross / Elliptic
/ Rectangle / Pyramid
Seleziona uno di questi tipi di tessitura (Orizzontale, Verticale, Diagonale, A croce, Tubolare, Ellittica, Rettangolare, Piramidale). Funziona solo se è specificato anche il Gradient!
Interlaced
Comunica a Blackbox di interlacciare la tessitura (scurisce ogni linea). Quest’opzione è usata soprattutto per le tessiture con gradiente ma, dalla versione 0.60.3 di Blackbox, funziona anche per le tessiture in solid-color.
Bevel1 / Bevel2
Comunica a Blackbox quale tipo di Bevel usare. Bevel1 è quello usato di default, in cui l’ombreggiamento è posto a partire da un margine dell’immagine. Bevel2 è un’alternativa, in cui l’ombreggiamento è messo in un pixel all’interno del margine dell’immagine.
Invece di descrivere una tessitura, è disponibile anche l’opzione ParentRelative che rende l’apparenza del componente come una parte del «padre», cioè completamente trasparente.
Tutte le tessiture a gradiente sono composte da due valori di colore: le risorse color e colorTo . La risorsa color rappresenta il colore iniziale, colorTo il colore finale del gradiente. Quando è usato Interlaced in modalità Solid, la risorsa colorTo è utilizzata per specificare il colore per l’interlacciatura.
Ecco la lista completa dei componenti, comprensiva del tipo di valore che possono contenere. I commenti sono preceduti da un punto esclamativo (!), che è usato per i commenti nei file di stile di Blackbox analogamente ai file delle risorse di X.
! La barra degli strumenti stessa.
toolbar: |
Texture | |
toolbar.color: |
Color | |
toolbar.colorTo: |
Color |
! I pulsanti sulla barra degli strumenti.
toolbar.button: |
Texture o ParentRelative | |
toolbar.button.color: |
Color | |
toolbar.button.colorTo: |
Color |
! Colore delle frecce nei pulsanti.
toolbar.button.picColor: |
Color |
! I pulsanti premuti.
toolbar.button.pressed: |
Texture (ad es. Sunken) o ParentRelative | |
toolbar.button.pressed.color: |
Color | |
toolbar.button.pressed.colorTo: |
Color |
! Colore delle
frecce nei pulsanti premuti.
toolbar.button.pressed.picColor:Color
! Etichetta del nome dello spazio di lavoro nella barra degli strumenti.
toolbar.label: |
Texture o ParentRelative | |
toolbar.label.color: |
Color | |
toolbar.label.colorTo: |
Color | |
toolbar.label.textColor: |
Color |
! Il nome della finestra nella barra degli strumenti.
toolbar.windowLabel: |
Texture o ParentRelative | |
toolbar.windowLabel.color: |
Color | |
toolbar.windowLabel.colorTo: |
Color | |
toolbar.windowLabel.textColor: |
Color |
! L’orologio nella barra degli strumenti.
toolbar.clock: |
Texture o ParentRelative | |
toolbar.clock.color: |
Color | |
toolbar.clock.colorTo: |
Color | |
toolbar.clock.textColor: |
Color |
! Come viene giustificato il testo nella barra degli strumenti.
toolbar.justify: |
center, left, o right |
! Font usati per tutti i componenti la barra degli strumenti.
toolbar.font: |
Font (ad es. -*-helvetica-medium-r-normal-*-*-100-*) |
! La barra del titolo del menù.
menu.title: |
Texture | |
menu.title.color: |
Color | |
menu.title.colorTo: |
Color | |
menu.title.textColor: |
Color | |
menu.title.font: |
Font | |
menu.title.justify: |
center, left, o right |
! Il menù.
menu.frame: |
Texture | |
menu.frame.color: |
Color | |
menu.frame.colorTo: |
Color | |
menu.frame.textColor: |
Color | |
menu.frame.disableColor: |
Color | |
menu.frame.font: |
Font | |
menu.frame.justify: |
center, left, o right |
! Frecce per i sottomenù.
menu.bullet: |
empty, triangle, square, o diamond | |
menu.bullet.position: |
right o left |
! Voci selezionate nei menù.
menu.hilite: |
Texture (ad es. Raised) | |
menu.hilite.color: |
Color | |
menu.hilite.colorTo: |
Color | |
menu.hilite.textColor: |
Color |
! Finestra con il focus.
window.title.focus: |
Texture | |
window.title.focus.color: |
Color | |
window.title.focus.colorTo: |
Color |
! Finestra inattiva.
window.title.unfocus: |
Texture | |
window.title.unfocus.color: |
Color | |
window.title.unfocus.colorTo: |
Color |
! Titolo della finestra.
window.label.focus: |
Texture o ParentRelative | |
window.label.focus.color: |
Color | |
window.label.focus.colorTo: |
Color | |
window.label.focus.textColor: |
Color | |
window.label.unfocus: |
Texture o ParentRelative | |
window.label.unfocus.color: |
Color | |
window.label.unfocus.colorTo: |
Color | |
window.label.unfocus.textColor: |
Color |
! bordo inferiore con barre per il ridimensionamento (o Handlebar).
window.handle.focus: |
Texture | |
window.handle.focus.color: |
Color | |
window.handle.focus.colorTo: |
Color | |
window.handle.unfocus: |
Texture | |
window.handle.unfocus.color: |
Color | |
window.handle.unfocus.colorTo: |
Color |
! Maniglie per ridimensionare la finestra.
window.grip.focus: |
Texture | |
window.grip.focus.color: |
Color | |
window.grip.focus.colorTo: |
Color | |
window.grip.unfocus: |
Texture | |
window.grip.unfocus.color: |
Color | |
window.grip.unfocus.colorTo: |
Color |
! Pulsanti della barra del titolo.
window.button.focus: |
Texture o ParentRelative | |
window.button.focus.color: |
Color | |
window.button.focus.colorTo: |
Color | |
window.button.focus.picColor: |
Color | |
window.button.unfocus: |
Texture o ParentRelative | |
window.button.unfocus.color: |
Color | |
window.button.unfocus.colorTo: |
Color | |
window.button.unfocus.picColor: |
Color | |
window.button.pressed: |
Texture (ad es. Sunken) | |
window.button.pressed.color: |
Color | |
window.button.pressed.colorTo: |
Color |
! Cornice attorno alla finestra.
window.frame.focusColor: |
Color | |
window.frame.unfocusColor: |
Color |
! Carattere e giustificazione per l’etichetta della finestra.
window.font: |
Font | |
window.justify: |
center, left, o right |
! Risorse aggiuntive.
! Un bordo attorno a tutti i componenti.
borderWidth: |
un numero di pixel, ad es. 1 | |
borderColor: |
Color | |
bevelWidth: |
un numero di pixel > 0 | |
handleWidth: |
un numero di pixel > 0 |
! Spessore
della cornice della finestra (dalla versione 0.61 in poi).
! Quando non specificato, frameWidth è uguale a
bevelWidth.
frameWidth: |
un numero di pixel >= 0 |
! Questo
comando viene eseguito quando viene applicato lo stile.
! Di solito è usato per impostare un’immagine
sullo sfondo.
rootCommand: |
un comando di Shell, ad es. bsetroot -mod 4 4 -fg rgb:5/6/6 -bg grey20 |
! Alcuni
bbtools possono leggere questi vecchi file di risorse della
versione
0.51
menuFont: |
Font | |
titleFont: |
Font |
La lista sembra lunga ma bisogna ricordarsi che è possibile impostare molti valori contemporaneamente con un solo comando quando si crea uno stile, ad esempio:
*color: slategrey *colorTo: darkslategrey *unfocus.color: darkslategrey *unfocus.colorTo: black *textColor: white *unfocus.textColor: lightgrey *font: lucidasans-10
Quest’impostazione fornisce già uno stile di default piacevole per molti componenti.
LO SLIT
Lo slit è una cornice speciale di Blackbox che contiene applicazioni «agganciabili» come ad esempio i ’bbtools’ o le dockapps di WindowMaker. Quando un’applicazione funziona dentro lo slit, non ha propri bordi ma fa parte dello slit e rimane sempre visibile nello spazio di lavoro. Facendo click con il tasto destro ai margini della finestra di slit si ottiene un menu con cui determinare la sua posizione, come devono essere disposte le applicazioni avviate e se deve nascondersi automaticamente quando il mouse si allontana.
Per funzionare all’interno dello slit, la gran parte delle applicazioni usano l’opzione -w. Ad esempio, si può inserire nel proprio file ~/.xinitrc:
bbmail -w & bbpager -w & exec blackbox
Naturalmente, per poter usare lo slit deve essere stato compilato il supporto relativo all’interno di Blackbox (viene compilato per default).
FILE DELLE RISORSE
Usualmente, il
file delle risorse ~/.blackboxrc viene creato e
mantenuto dallo stesso Blackbox. Tutte le opzioni del
menù [config] (dalla versione 0.60.x),
l’ultimo file di stile selezionato, i nomi degli spazi
di lavoro ecc. ecc. sono salvati automaticamente in questo
file. Comunque ci sono alcune risorse in questo file che
potrebbero essere modificate a mano:
session.menuFile:
Questo comunica a Blackbox dove cercare il file di menù.
session.screen0.toolbar.widthPercent:
Questo determina l’ammontare (in %) di spazio sfruttato dalla barra degli strumenti. Il valore di default è: 66.
session.screen0.strftimeFormat:
Questo imposta il modo in cui è visualizzato il tempo corrente (l’orologio) nella barra degli strumenti. Il formato utilizzato è quello di strftime(3). Il valore di default è: %I:%M %p.
session.autoRaiseDelay:
Questo imposta il ritardo (in ms) prima che le finestre che hanno ottenuto il focus vengano rilasciate (solo se AutoRaise è impostato). Il valore di default è: 250.
session.doubleClickInterval:
Questo imposta il ritardo (in ms) tra due click del mouse che possano essere considerati doppio click. Il valore di default è: 250.
session.screen0.edgeSnapThreshold:
Durante lo spostamento di una finestra, Blackbox può allinearla automaticamente al bordo dello schermo per un posizionamento più semplice. Questa variabile indica a Blackbox la distanza (in pixel) dalla quale la finestra verrà spostata sul bordo. Il valore di default è: 0.
session.cacheMax:
Questo indica a Blackbox la memoria (in Kb) da allocare per le pixmap caricate in memoria dal server X. Minore è la memoria del proprio sistema, minore deve essere questa variabile. Il valore di default è: 200.
session.cacheLife:
Indica al server X quanto tempo (in minuti) le pixmap inutilizzate possono rimanere nella memoria del server X. Il valore di default è: 5.
session.colorsPerChannel:
Questo indica a Blackbox quanti colori prendere dal server X per i monitor pseudocolor. Un canale dovrebbe essere rosso, verde o blu. Blackbox alloca questa variabile ^ 3 colori e li rende sempre disponibili. Il valore deve variare tra 2 e 6. Avviando Blackbox su un monitor a 8 bit, la risorsa *deve* essere impostata a 4. Il valore di default è: 4.
Avviando Blackbox in un ambiente multidesktop, la chiave screen0 può anche essere screen1,2, ecc., per ogni desktop appropriato.
AMBIENTE
HOME |
Blackbox usa $HOME per cercare il file .blackboxrc e per risolvere file di stile e nomi di directory. |
DISPLAY
Se non è specificato da riga di comando, Blackbox viene avviato nello schermo specificato dalla variabile DISPLAY.
AUTORE e CREDITI
Il codice è stato scritto e mantenuto da Brad Hughes (blackbox [AT] alug.org) e poi anche da Jeff Raven (jraven [AT] psu.edu). Ora è mantenuto da Sean «Shaleh» Perry (shaleh [AT] debian.org) con i contributi e le patch individuali che arrivano da tutto il mondo.
Il sito
ufficiale di Blackbox è:
http://blackbox.alug.org/
I bug e le pagine delle caratteristiche richieste, insieme
all’ultima release, si trovano all’URL:
http://sf.net/projects/blackboxwm
Molti temi ed altri contributi si trovano presso:
http://bb.themes.org/
La pagina di man in lingua inglese è stata scritta da Wilbert Berendsen (wbsoft [AT] xs4all.nl).
La pagina di man in lingua italiana è stata tradotta da Marcello Seri (masternet00 [AT] libero.it).
Revisione a cura di Hugh Hartmann (hhartmann [AT] libero.it)
Questa pagina è disponibile in numerosi altri linguaggi.
VEDERE ANCHE
bsetroot(1), bbkeys(1)